IL BISOGNO DI PIACERE
- Un edulcorante artificiale -
Ho sempre cercato approvazione. Per me è sempre stato così e nella ruota del criceto è così per tutti.
Fintanto che non ho iniziato ad ascoltare i miei veri bisogni c’è sempre stata una parte di me che ha ricercato l’attenzione dagli altri e che soffriva quando non la riceveva. E questo anche nel lavoro.
Ci sono tanti modi per richiamare l’attenzione ed io credo di conoscerli quasi tutti. Ecco una breve lista: quando sorrido senza motivo, quando racconto qualche episodio incredibile della mia Vita, quando tendo ad esagerare, quando mi vanto dei miei successi personali, quando voglio apparire speciale, quando mostro di sapere cose che gli altri non sanno. Per esempio hai saputo cosa è successo Francesca??? Parlare degli altri è un ottimo modo per attirare attenzione su di sé, perché tu sai qualcosa che gli altri non sanno e questo attira la loro attenzione e tu ti senti, per un breve momento, speciale…
E così via in una lista che potrebbe continuare a lungo.
Il bisogno di approvazione può essere celato o più evidente, ma è comunque presente. È come un anestetizzante che si prende per evitare di provare il dolore che deriva dalla mancanza di valore personale. Un edulcorante artificiale che ti allontana da te stesso e dall’amore per te stesso.
Il valore di sé è un tema profondo che determina le nostre scelte ed i nostri comportamenti.
Ricordo bene in ufficio, quando parlavo e scherzavo con un mio collega molto simpatico e come lui diventasse incredibilmente serio per rispondere alle email che gli arrivavano (anche io facevo lo stesso). Percepivo la tensione sul suo viso e nel suo sguardo. Gli domandavo: “Che cosa ti hanno scritto? Che è successo?” Per poi scoprire che il contenuto delle email non era così importante, ma per lui sì lo era. Per lui era veramente serio.
Nella ruota del criceto è tutto importante, è tutto urgente e tutto è grave.
Ho iniziato a percepire che c’era qualcosa che non andava. Non lavoravamo in cardiochirurgia e questo senso di urgenza e gravità era fittizio, ma contribuiva tremendamente a darci il nostro senso di importanza personale. E’ questa una grande illusione della ruota del criceto.
Tutto questo ha contribuito a farmi credere che il lavoro che svolgevo fosse tremendamente importante e di conseguenza anche io lo ero. Il mio ruolo professionale si era fuso con la mia identità. Il mio lavoro era chi io fossi e non cosa facessi. Nella nostra società questa distinzione non esiste quasi più e quindi quando ho mollato il lavoro ho perso tutto il mio valore.
Se erroneamente senti che il tuo lavoro ti dà il tuo valore come persona, ci rimani aggrappato a tutti i costi, pur di non dover affrontare la perdita di importanza personale…
La Vita che’ una Maestra sa che tutto questo è un’illusione e prima o poi inizia a portarti via le cose a cui ti aggrappi…tra cui il lavoro. Ed in questo periodo credo stia accadendo a molte persone. Allora quel vuoto da cui tutti fuggiamo ricompare all’orizzonte e abbiamo solo due strade che possiamo percorrere, tornare indietro e cercare un altro lavoro (che ci schiavizzi nuovamente) o avere il coraggio e attraversare il vuoto da cui fuggiamo da sempre. Vedi il mio precedente post E SE PERDO IL LAVORO
Più agganci il tuo valore al lavoro e più ne diventi schiavo. Funziona esattamente come una droga, non ne puoi fare a meno perché altrimenti stai male.
Il lavoro così diventa una schiavitù, ti fa male ma non ne puoi fare a meno. In inglese c’è la parola workaholic che descrive questo meccanismo. In italiano suona come stacanovista o maniaco del lavoro. Diffidate di coloro che dicono di essere sempre impegnati. Vogliono esserlo (inconsciamente), perché non riescono più a fermarsi.
E così si lavora sempre e si corre sempre. Non importa che lavoro faccio, l’importante e’ lavorare e correre. Dimostrare a sé stessi di essere importanti. Una promozione, un corso, un riconoscimento, un problema risolto. Qualcosa per essere apprezzati.
Sto scoprendo che la spinta alla ricerca di approvazione si allenta dentro di me quando ho il coraggio di vedermi veramente per ciò che sono, quando mi accetto anche nella sconfitta e negli errori. Quando mi perdono. Quando smetto di giudicarmi.
Solo così posso essere libera e non mi interessa più dimostrare niente a nessuno.
Con affetto
Valeria

AUTORE:
Valeria Leopardi
Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali.
Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo