LIBERTÀ E LAVORO

LIBERTA’ NEL LAVORO – IL VUOTO DEL FARE – La mia amica Iwona dopo aver passato un periodo difficile, ha deciso di interrompere la sua relazione sentimentale, di lasciare la sua casa in affitto e di andare a vivere in camper insieme a sua figlia. Iwona vive a Cipro e ha pensato che vivendo in camper vicino la spiaggia o sotto una bella pineta avrebbe finalmente trovato la leggerezza e la libertà che cercava. L’ho rincontrata qualche settimana fa e mi ha confidato che  nonostante la sua scelta non aveva ancora trovato ciò che stava cercando. Mi ha detto: ora sono finalmente libera di andare dove voglio, sì ma per fare cosa? E per andare dove ? Quando lasciamo un percorso tracciato da tempo, come ad esempio un lavoro che svogliamo da anni, non possiamo pensare di ripartire subito su un nuovo percorso.  All’inizio ci sentiamo smarriti, isolati e confusi. Abbiamo fatto sempre così, abbiamo le nostre abitudini, la nostra routine e ora che possiamo fare? La nuova strada non compare all’orizzonte. Ci sentiamo disorientati e frustrati. Ci attende una grande prova. Arriva un guardiano della soglia molto molto temuto: Il vuoto del fare. Solo al pensare di non fare nulla a me saliva una grande angoscia. Per chi vive in una grande città, sa che il corri corri è continuo e che chi non fa parte di questo flusso frenetico e’ emarginato,  escluso, additato quasi come se fosse affetto da qualche strana malattia contagiosa.  Personalmente dopo aver deciso di lasciare il mio lavoro per molto tempo ho avuto difficoltà a dire: non lavoro. La verità era che mi vergognavo e mentre tutti avevano qualcosa da fare (tra l’altro sempre urgente) io no, non avevo urgenze e non avevo più fretta. Non è stato facile attraversare il vuoto del fare, ma ero decisa a non tornare indietro. Soprattutto per questo molti accettano di proseguire in lavoro ripetitivi, noiosi e in alcuni casi svilenti. Ma quando decidiamo che non ne possiamo più del nostro lavoro o la Vita ci porta a perderlo è necessario fermarsi. Abbiamo bisogno di tempo per lasciare andare il passato, capire cosa non vogliamo più e gentilmente accoglierci nella nostra decisione che potrebbe apparire all’esterno una sconfitta. Questo vuoto è molto potente perché diventa uno spazio interiore di riflessione e profondo ascolto di sé.  Il problema nasce dal fatto che non sappiamo come affrontarlo e se non lo abbiamo mai attraversato, rimarremo disorientati perché da quello spazio emergeranno le voci delle nostre parti ferite, i nostri malesseri nascosti e i nostri dolori sepolti. Insomma i nostri demoni interiori. La frenesia è un ottimo anestetizzante. Di fronte a tutto questo molti avranno la tentazione di scappare e di tornare ad un lavoro simile al precedente senza risolvere granché,  se non temporaneamente. Dopo poco le nostri parti nascoste riemergeranno con le loro ferite, le loro richieste e riemergerà il nostro malessere. Chi invece attraversa questo viaggio è un eroe, perché ci vuole molto coraggio a guardare ed ascoltare cosa emerge da dentro di sé.  Ma chi avrà la tenacia di proseguire, con tenerezza e amorevolezza verso sé stesso  potrà finalmente capire cosa chiede la sua Anima e qual è il suo messaggio unico da donare al Mondo. Troverà allora la vera la libertà perché avrà potere di scelta. Potrà scegliere di seguire le indicazioni interiori della propria anima, che prima non poteva conoscere, ed integrarle nel proprio lavoro e nella propria vita. Questa è la vera libertà ed in questo periodo storico la Vita ci sta spingendo a fare questo passo evolutivo. VALERIA LEOPARDI Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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