ansia

SCENDERE DALLA RUOTA DEL CRICETO

SCENDERE DALLA RUOTA DEL CRICETO – Cosa accade dopo? – Ho trascorso circa 50anni ad inseguire obiettivi. Si inizia presto a correre nella ruota del criceto. Il meccanismo è così radicato che è impensabile pensare ad un modo di vivere differente, almeno qui in Occidente e sicuramente qui in Italia. La corsa inizia da subito, da bambini. Si inizia a correre per essere bravi e buoni a casa, per prendere bei voti a scuola, per riuscire nello sport. E così via in una corsa senza fine all’inseguimento del successo, di un titolo di studio, di un certificato, del lavoro e del successo. La spinta è una ed una sola essere apprezzati, approvati e in fondo amati. Siamo figli dei nostri genitori che a loro volta hanno corso e forse corrono ancora nella stessa ruota.  Dato che apprendiamo per modelli in fondo abbiamo ricevuto solo quello che loro conoscevano e sapevano fare. E così chissà da quante generazioni. Sicuramente c’è stato un tempo in cui la ruota non girava o almeno non così velocemente. La verità è ben diversa ma è così spaventosa che nessuno osa fermarsi a riflettere. Insomma dopo aver trascorso quasi 50anni a correre la Vita è venuta in mio aiuto e mi ha spinto a fermarmi. Ed è stato come morire.  Qualcuno credo si suicidi veramente. Fortunatamente mi sono aggrappata a chi in passato ha percorso questo cammino prima di me, persone di fede che hanno lasciato testi importanti. Pensavo veramente di impazzire ma di una cosa ero sicura non potevo più tornare indietro. E’ così,  quando si esce dalla ruota e la si osserva con un po’ di distacco se ne vede tutta la follia e non si è più disposti a tornare indietro. Si ma cosa accade dopo? Vivere inseguendo dei risultati e degli obiettivi è un metodo che ci fa sentire sicuri e ci fa sentire parte della società umana in cui viviamo.  Soprattutto ci anestetizza da un vuoto esistenziale che emerge appena ci fermiamo e che è molto doloroso. Su questo vedi il mio post E SE PERDO IL LAVORO. Il senso di appartenza è collegato alla nostra sopravvivenza, per cui se tutti fanno così non può che essere così. La verità è ben altra ed il malessere interiore che proviamo ne è un chiaro sintomo. E poi in fondo siamo tutti consapevoli che questo modo di vivere è perverso, forse un inganno diabolico. Basta guardarsi intorno. La prima cosa che accade quando si scende dalla ruota del criceto è dover affrontare le nostre più grandi paure. La paura dell’ignoto, la paura della povertà, il senso di impotenza dovuto alla perdita del lavoro e del ruolo professionale e abbracciare l’incertezza…. Insomma tutto quello che abbiamo evitato per una Vita intera e da cui la società ci tiene lontani distraendoci in ogni modo. Per molti tutto questo emerge con l’arrivo della pensione o con la perdita del lavoro, per altri molto prima. Per evitare il malessere si ricorre a distrazioni di ogni tipo, in primis il cellulare, le chat, i social… poi se non basta piu’ alcol e perfino droghe. In questa fase si può ricorrere all’aiuto di un terapeuta, ma forse non basta. La chiamata e la prova sono del tutto personali, come sono personalissime le nostre paure. Ma una cosa è certa emergeranno ed è per questo che io definisco questo cammino, il cammino dell’eroe. In passato questo periodo veniva definito la NOTTE BUIA DELL’ANIMA, un periodo in cui cadono le certezze ed i pilastri su cui si è costruita la propria vita e si affronta il vuoto. Personalmente ho tentato fino alla fine di evitare di attraversare questo percorso, ma la Vita mi ha portato lì e ho percepito chiaramente la spinta della Vita che voleva farmelo affrontare. E’ stato come cadere in un burrone, con me che mi agitavo per rimanere aggrappata e non cadere. Ho mollato il lavoro, il ruolo professionale, il paese che amavo, la casa dove abitavo, i miei amici… e mi sono trovata sola con me stessa. Scoprire che non ero la persona che mostravo al mondo, che indossavo una bella maschera per essere conforme al ruolo e all’immagine che volevo dare al mondo, non è stato facile.  Ma la mia maschera lentamente si è rotta e finalmente sta emergendo la mia vera me, le mie aspirazioni autentiche, i miei bisogni veri ed il messaggio che voglio dare al mondo. È un processo graduale e lento. Si iniziano ad avvertire dei momenti di benessere non collegati a risultati particolari, una sorta di pace che in realtà rispecchia la pace fatta con sé stessi. Si allenta la presa e non ci si giudica più cosi duramente. Ci si osserva di più, si è più benevolenti con sé stessi e di conseguenza anche con gli altri. Non ci si danno obiettivi pressanti, le preoccupazioni si allentano ed in generale ci si rilassa. Forse e’ questa la fede vera, sapere che qualcun penserà a te. Le cose piccole diventano importanti. Ci si dedica del tempo. Ecco in questo stato anche il lavoro cambia. Fare qualcosa che non si ama fare è impossibile perché e’ impossibile fare del male a sé stessi. Insomma tutto cambia perché sei cambiato tu. Con affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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LA FRETTA

LA FRETTA – Il mio peggior nemico – “ IL SUCCESSO NON E’ QUALCOSA CHE PUOI OTTENERE DALLA VITA, IL SUCCESSO E’ UN PERCORSO INTERIORE” Wayne Dyer. Ho riletto questa frase tante, tantissime volte e non ho mai capito esattamente cosa significasse ne’ tantomeno cosa implicasse. Solo adesso inizio a coglierne la profondita’. Per iniziare a capire cosa significhi avere successo bisogna anzitutto imparare a fare silenzio. Perche’ tanti e tanti testi sacri parlano del silenzio come una risorsa fondamentale per l’uomo? “Il silenzio e’ la voce di Dio”, e’ citato piu’ volte. “Il silenzio e’ d’oro”, dice un proverbio. Raggiungere il silenzio e’ un traguardo difficile, molto difficile e bisogna essere focalizzati e determinati a volerlo raggiungere. Tutto intorno a noi e’ frastuono e distrazione continua.  Le chat, le email, le notifiche continue… un allarme dietro l’altro. E’ un pozzo senza fine di cose da fare, che più lo svuoti e più si riempie. Questo senso di urgenza continua, che genera un’ansia ed una fretta enorme in realtà e’ un artefatto. E’ una costruzione in cui siamo immersi e in cui ci dimeniamo come pesci che sbattono sul bagnasciuga.  E’ un artificio mentale, che, come un virus contagioso, si attacca da una persona all’altra. L’ansia nei nostri tempi ha raggiunto proporzioni epidemiche. Pochi giorni fa ero in un negozio ed una signora che non poteva uscire dal parcheggio a causa della mia macchina mi urla veramente infastidita: “Signora si sbrighi la sto aspettando da due minuti!” Come se due minuti fossero tanto, tantissimo tempo. Un tempo lunghissimo da non sprecare… Devo fare la spesa! Devo portare la macchina dal meccanico! Sbrigati! Ho una scadenza importante! Questi sono tutti fatti innegabili, ma nella mia vita di tutti i giorni sono imbevuti di un’ansia e di un’urgenza che generano uno stress mostruoso. Cosa accade se esco 10 minuti dopo a fare la spesa o se porto la macchina dal meccanico 1 ora dopo, o addirittura il giorno dopo? Cosa accadrebbe se invece di andare a passo svelto, rallentassi e mi godessi il paesaggio intorno? Forse niente, ma quando ho quel senso di fretta e di ansia dentro di me, diventa di fondamentale importanza correre per riuscire a fare tutto. Come se una forza mi spingesse dall’interno e come se non riuscissi piu’ a fermarmi. Un treno ad alta velocita’ che non sa piu’ bene dove sta andando, basta continuare a correre… In realta’ dietro la fretta e dietro l’ansia si nasconde tanta paura. Paura del fallimento, paura di perdere, paura di non farcela, paura in fondo di morire… Ed anche il silenzio fa paura. Perché nel silenzio, soli con noi stessi potremmo forse avere un barlume di verità, quello che in oriente si chiama ‘satori’ e capire che in fondo non c’è niente di così importante, grave o urgente. Che in fondo neanche noi siamo così importanti, che tutti gli obiettivi che ci diamo sono come una goccia di fronte ad un oceano che si muove secondo le sue correnti e allora potremmo finalmente abbassare la guardia e magari arrenderci e capire veramente che l’unica cosa da ‘fare’ e’ lasciarsi andare e seguire la marea… Potremmo friuscire a rilassarci e allora e solo allora, liberi dalla paura, potremo avere successo, perché saremo fermi nel rispettare noi stessi, le nostre necessità e i ns bisogni profondi. Saremo in grado di ascoltarci e forse di amarci e capiremo una volta per tutte che da soli non possiamo fare nulla e solo stando in armonia con gli altri e con il nostro mondo interiore potremo avere successo. E’ vero il successo e’ un fatto interiore e per arrivarci bisogna iniziare dall’amare noi stessi. Con affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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L’ANSIA

L’ANSIA – Il mio viaggio tra lavoro e autenticita’ – Ammetto che da sempre nel lavoro soffro di ansia. L’ansia mi fa fare le cose velocemente e di fretta, e osservandomi, spesso quando lavoro sono preoccupata… Soprattutto in periodi come questi in cui ho un sovraccarico di lavoro perche’ stiamo organizzando il mercatino di Natale ad Artena, sviluppando al meglio il nostro marketplace, migliorando la promozione dei tuoi annunci, l’ansia torna a trovarmi… Ho cercato di capire a cosa fosse collegata questa ansia e dopo averci riflettuto un bel po’ ho capito che l’ansia ha due filoni principali: la PRESTAZIONE e il RISULTATO. L’ansia da prestazione mi spinge ad apparire all’esterno come una professionista, una persona competente ed equilibrata. Questa immagine di me arriva da lontano, dalla storia della mia vita professionale ma anche familiare e dentro di me sento una spinta a rimanere conforme ai miei metri di giudizio interiore. Sono stata educata a fare sempre del mio meglio, eppure il mio meglio non era mai abbastanza. Percepisco la tensione interna a volere far sempre bene, ad essere performante ad apparire professionalmente valida, al perfezionismo. L’ansia da risultato mi proietta invece sempre verso l’obiettivo, al domani e fantasticando su scenari futuri mi fa dimenticare il gusto del lavoro nel momento presente. In fondo queste ansie provengono dal profondo bisogno di riconoscimento, di essere apprezzati e ammirati per ciò che facciamo. Ognuno di noi prima o poi le sperimenta e si confronta con il proprio giudizio interiore e l’immagine di sé che vuole dare al mondo. Sono due compagne di viaggio con cui convivo da molti anni. Ho imparato a riconoscerle anche nelle tensioni del mio corpo, nel mio tono di voce, nelle mie espressioni facciali. Quando le provo tendo a chiudermi in me stessa e a isolarmi. Chiedere un supporto in quei momenti diventa veramente difficile. E’ per questo che oggi decido di condividere con te ciò che provo, perché anche io sono in cammino e questa Community che sta crescendo può essere autentica e umana in primis se lo sono io. Ti mando un abbraccio grande Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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