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IL DIO DENARO

IL DIO DENARO – E la paura della poverta’ – Uno degli ostacoli maggiori che ho avuto quando ho deciso di uscire dalla ruota del criceto è stata l’enorme paura di non riuscire a farcela economicamente. L’angoscia di non sapere come affrontare il futuro, la paura di non farcela a sostenermi sono stati i pilastri della mia schiavitù. La paura di rimanere senza denaro è micidiale. Ti tiene in ostaggio nel tuo lavoro anche quando non ne puoi più perché  il denaro è la tua ancora di salvezza. Ti da’ la sicurezza che potrai sopravvivere acquistando ciò di cui hai bisogno. Ricordo di non essere stata così da ragazza. Questa paura e’ cresciuta con me negli anni, lavoro dopo lavoro,  finche’, senza accorgermene,  il denaro e’ diventato il mio DIO. Si il DIO della mia sicurezza. Ero attaccata al mio lavoro come un bambino può essere attaccato alla tetta della mamma. Il mio stipendio era il mio nutrimento e perderlo sarebbe stato come morire. Mi sentivo isolata, lottavo in uno sforzo continuo per essere prestante ed efficiente, cercavo di rispondere a tutte le richieste che mi arrivavano e di non fare mai errori. Di essere sempre professionale e intelligente. E tutto questo per paura. Quando ero in ufficio, dentro di me sentivo solo questa pressione, questa ansia continua a fare sempre bene ma non ne capivo il motivo profondo. Più aumentava la paura della perdita del lavoro e più io ne diventavo schiava, fintanto che non ne ho potuto più e ho mollato la presa. Vedi il mio precedente post E SE PERDO IL LAVORO. Sono uscita dalla ruota del criceto a Novembre del 2023 e da allora ancora non ho un lavoro stabile. Come un drogato che smette di farsi anche io ho avuto bisogno di smettere di lavorare e affrontare la mia crisi d’astinenza. E sono ancora in fase di disintossicazione. Negli ultimi mesi ho ricevuto alcune proposte di lavoro. La scorsa settimana una importante, che mi ha fatto stare molto male. Qualsiasi altra persona al mio posto avrebbe accettato su due piedi, ed io sono stata molto molto tentata. Una parte di me voleva riprendere il ruolo, la carriera, il lavoro ed il compenso a tutti i costi per sentirsi più sicura, un’altra era terrorizzata perché sapeva che avrebbe perso la libertà conquistata. Il conflitto interiore è stato fortissimo, è stato come rimettere la cocaina sotto gli occhi di un ex-tossico dipendente. Alla fine ho rifiutato e di nuovo la paura della mancanza di denaro è venuta a trovarmi. Mi sono sentita nuovamente spaventata ed isolata. La libertà non può essere trovata nella comfort zone, ne’ nella sicurezza. La libertà non si trova in ufficio, nella casa o nella macchina nuova. La libertà va di pari passi con l’incertezza e con la capacità di fidarsi della Vita. Il denaro è diventato il nostro DIO perché’ in lui riponiamo tutte la nostra Fede. La promessa di sicurezza e stabilità a cui ci attacchiamo con tutti noi stessi e che la Società sostiene in ogni angolo del nostro percorso rendendoci per questo sempre più schiavi. Meno denaro circola, più paura abbiamo, più ci attacchiamo al lavoro e più ne diventiamo schiavi. La vera libertà è uno stato interiore, significa soprattutto essere liberi dalla paura. VUELLE   Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali.   Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :

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E SE PERDO IL LAVORO?

E SE PERDO IL LAVORO? – Mollare la presa – Il timore di perdere il lavoro genera una paura pazzesca. Gran parte della nostra sicurezza e’ legata al lavoro. L’idea di non avere più lo stipendio apre scenari di terrore su cui ognuno esprime al meglio le proprie preoccupazioni e nefaste fantasie. Ed in questo periodo di incertezza dilagante credo che sia una situazione di ansia molto diffusa. La nostra sicurezza è minata alla base perché’ il lavoro non solo ci dà la nostra (falsa) identità vedi il mio precedente post che facciamo oggi ma ci dà anche la sicurezza legata al denaro.   Quando ero dipendente di un importante gruppo energetico ero attaccatissima al mio lavoro. Gran parte del mio valore era collegato al mio lavoro e all’etichetta di Manager che mi ero appiccicata addosso. Ero super performante e ultra esigente con me stessa ed i miei collaboratori. Volevo riuscire a tutti i costi e dentro di me c’era una forte e continua tensione al perfezionismo. Non accettavo ne’ i miei errori ne’ tantomeno quelli dei miei collaboratori. Tutto questo all’esterno mi faceva apparire come una seria professionista e un’ottima manager ma al mio interno la storia era tutt’altra. Ho impiegato anni a capire la verità che si nascondeva dentro di me. Un primo segnale della realtà arrivò quando la proprietà dell’azienda decise di vendere le sue quote ad un altro gruppo. E se perdo il lavoro? Di fronte a questa possibilità mi sentivo completamente impotente e spaventata. Avevo una gran paura.  Vivevo costantemente nella paura di fare brutta figura, di sbagliare, di non essere sufficientemente preparata, che qualcuno si accorgesse delle mie fragilità e in fondo che scoprisse che non ero IO la persona che mostravo di essere. Inconsciamente stavo interpretavo un ruolo e temevo di essere scoperta. Forse era semplice da capire, ma io facevo di tutto per evitare questa verità. Percepivo questo senso di insoddisfazione e scontentezza costante dentro di me. La paura di perdere il controllo della mia Vita e delle mie finanze mi ha portato a fare scelte che non avrei mai fatto. Ero una schiava, ben remunerata ma pur sempre una schiava. Quando questo malessere è divenuto insostenibile e con enorme fatica ho mollato la presa e sono finita nel vuoto del fare, (vedi il mio post Liberta’ e lavoro) sono emerse tutte le mie paure più profonde e con loro anche la Verità. “LA VERITA’ VI RENDE LIBERI” .. e aggiungo vi terrorizzera’. Quanto è vero. Ho sempre avuto il controllo supremo sulle mie finanze e sul denaro. Facevo budget,  piani di cassa, analisi finanziarie e chi più ne ha più ne metta. Pensavo che il flusso di denaro fosse il frutto di una formula matematica come avevo imparato all’Università e come puntualmente applicavo nel mio lavoro. Non c’erano incertezze, né imprevisti. Io ero al controllo dei miei conti, ero il Dio delle mie Finanze. Ho scoperto (finalmente) che questa è un’illusione. Per quanto possiamo sforzarci di tenere il controllo, di essere performanti, di lottare per sopravvivere né il denaro né il successo dipendono da noi. Anzi più ci irrigidiamo ed esercitiamo questo illusorio senso controllo più ostacoliamo la nostra crescita personale e finanziaria. Entrambe vanno di pari passo. Anche il denaro è frutto dell’amore verso noi stessi, della cura che mettiamo nella nostra attività e in ciò che amiamo fare. Il denaro è il risultato del nostro impegno autentico, dei nostri piccoli passi quotidiani, di come reagiamo di fronte ai problemi quotidiani, dell’accettazione delle sfide anziché del loro rifiuto e dell’assoluta assenza di attaccamento al risultato. Esattamente l’opposto di ciò che ci viene insegnato, praticato e comunicato tutti i giorni da tutti. Scegliere coraggiosamente il lavoro che ti interessa, coltivare ciò che ti appassiona è una scelta di amore verso te stesso. E l’amore per te stesso, l’ascolto dei tuoi bisogni profondi è l’inizio di ogni libertà, del non giudizio e della fine delle proprie paure. Con affetto Valeria Precedente 4 Comments Roberto Marucchi25/02/2025 at 7:42 PM | Edit E se il denaro in realtà ci arrivasse per portare avanti una mission che ci è stata assegnata? Forse, come è successo a te, ci sono delle fasi nella vita durante le quali ci troviamo a guadagnare pur non avendo ancora imboccato la strada giusta, preparando inconsapevolmente il terreno per qualcosa di più aderente alla nostra vera essenza. Quelle esperienze lavorative ( e non solo lavorative ) ci appariranno un giorno le uniche che avrebbero potuto farci diventare chi siamo oggi Rispondi admin26/02/2025 at 7:40 AM | Edit Grazie Roberto ❤️. La mission non compare subito all’orizzonte ma la si trova passo dopo passo seguendo i propri bisogni autentici. Si inizia ascoltando se stessi profondamente. Rispondi Giuliana Rinaldo25/02/2025 at 11:11 AM | Edit Ciao carissima mi è piaciuto molto il tuo articolo e condivido pienamente quello che hai scritto….a volte le paure ci possono condizionare , ma poi dentro si accende una luce che ti guida e ti dà la spinta x riconoscere i nostri veri bisogni e allora ti metti in gioco e vedi che puoi farcela . È successo anche a me , lavoravo in un grande studio di design e un giorno l’azienda decide di chiudere, un paio di architetti mi hanno offerto di lavorare x loro, questo voleva dire fare la schiavetta,lavorare con orari indecenti x una paga mensile misera….mi sono detta ,per guadagnare quello stipendio quanto avrei dovuto fare??? Mi sono detta che x quanto male mi fosse andata quella cifra potevo guadagnarermela ,senza problemi….. Qui è scattata la molla ho deciso di lavorare da sola….la azienda (dal momento che tutti avevano abbandonato la nave che affondava)mi ha offerto di gestire il magazzino e ho tenuto aperto il negozio abbinato allo studio. È stata la mia fortuna….potevo solo fare fuori le giacenze ,ma in quella situazione ho conosciuto i miei primi clienti, potevo attingere alla produzione ma allo stesso tempo potevo progettare per i nuovi clienti . Quello che mancava lo avrei fatto fare dai miei fornitori su misura . Così

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E TU DI COSA TI OCCUPI?

E TU DI COSA TI OCCUPI? – Il senso di importanza personale – Ho sempre lavorato in azienda ed è sempre stato fondamentale il mio ruolo professionale. Un titolo, una professione in cui riconoscermi. Quando incontro nuove persone, una delle primissime domande che ricevo è: e tu, di che ti occupi? In passato di fronte a questa domanda potevo rispondere con tranquillità: Sono il Responsabile Amministrativo di questa azienda, ho il mio studio commerciale… Mi occupo di Finanza Aziendale. Avere queste risposte pronte mi dava una grande sicurezza e mi faceva sentire bene. Il mio Ego si gonfiava e mi sentivo superiore a tante persone. Non avevo percepito dentro di me quanto il mio senso di importanza personale fosse legato al mio ruolo professionale. Così quando ho deciso di ‘mollare’ non sapevo bene cosa mi aspettasse. E come sempre l’ho scoperto sulla mia pelle. Il senso di importanza personale è collegato a qualsiasi cosa ti faccia sentire importante. Può essere il lavoro, come nel mio caso, il tuo sport, la tua casa, la tua macchina o i tuoi viaggi per il mondo. Capisci che è qualcosa che ti rende sicuro e puoi riconoscerlo perché ti fa sentire superiore agli altri e quando inizi a distaccartene stai male. E come una droga di cui, non puoi fare a meno, ne vorrai sempre di più. Se il tuo ruolo professionale fornisce il tuo senso di importanza personale, vorrai essere sempre più importante nella tua azienda e guadagnare sempre di più. Se è la tua auto ne vorrai una migliore e più nuova, sempre più all’avanguardia e appariscente. Tutto ciò che ti procura sicurezza in realtà ti schiavizza, perché non puoi farne a meno. Quando te ne allontani (o ci provi) emergono un mondo di insicurezze, un mondo che rimane ben sommerso dall’etichetta che ti sei messo addosso. In realtà siamo tutti in fuga, in fuga da noi stessi e dalle nostre paure, anche se non ce ne rendiamo conto. In fondo preferiamo correre e correre, piuttosto che vedere cosa emerge da dentro di noi. Tutto è tremendamente importante e urgente. Inseguiamo dei risultati che forse non arriveranno mai, e quando anche li raggiungiamo, dopo poco, la soddisfazione provata svanirà e inizieremo di nuovo a inseguirne altri. Un altro lavoro, un’altra macchina, un’altra vacanza… La frenesia quotidiana è il sintomo di quanto vogliamo fuggire e l’ansia è il segnale che percepiamo di non poter più continuare a fuggire da noi stessi. Perché fermarci ci fa così tanta paura? Per quanto mi riguarda quando mi sono concessa di fermarmi ho realizzato che la Vita che avevo scelto non era affatto giusta per me. Ero convinta che lo fosse! Ma non era vero. Se mi fossi amata e mi fossi ascoltata profondamente, come sto iniziando a fare, l’avrei capito prima. Ma per arrivarci ho dovuto affrontare il vuoto (vedi il precedente post la liberta’ nel lavoro ). La mia immagine era quella voluta dai miei genitori. Non ne ero cosciente, percepivo solo un senso sotterraneo di insoddisfazione o di noia,  soffrivo non sapendo perché, e correvo nella ruota del criceto per non sentire questa sofferenza. Ancora oggi a volte ricado in questo meccanismo, e quando mi chiedono di cosa ti occupi tendo ad ingigantire la mia immagine o ciò di cui mi occupo, ma sto migliorando e inizio a rispondere la verità. Amo sostenere la crescita nel lavoro dei miei amici e questo mi rende felice. Non mi giudico più e ho preso anche la sana abitudine di non paragonarmi più agli altri. Quando sono onesta con me stessa e autentica nei miei veri bisogni non mi manca nulla, sono soddisfatta e ferma nelle mie scelte. Mi sento sicura e so che sto percorrendo la strada giusta. A quel punto i risultati non mi interessano più, ma solo di godermi il viaggio. Auguro anche a te di trovare la forza di ascoltarti con benevolenza e  di affrontare con coraggio le tue paure che emergono  quando ti concedi la liberta’ di fermarti. Con affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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CHE FACCIAMO OGGI?

CHE FACCIAMO OGGI? – L’A MIA DOMENICA – “AMARE SE STESSI E’ L’INIZIO DI UNA LUNGA STORIA D’AMORE’ – Oscar Wilde La domenica per me e’ sempre stata una giornata difficile. Abituata ed immersa com’ero nella frenesia del lavoro quotidiano non riuscivo a fermarmi. Le mie giornate lavorative erano piene di scadenze, obiettivi e risultati da raggiungere. Ero in uno stato di tensione continua. Sempre proiettata su qualcosa da fare, qualche obiettivo da raggiungere. E come un treno in corsa la domenica era una fermata che non riuscivo a rispettare. Non basta certo un giorno per calmare l’ansia e lo stress interiori, perché sono dentro di noi e hanno ragioni molto profonde. Così le mie domeniche diventavano momenti di agitazione in cui volevo organizzare gite, viaggi ed escursioni varie con i miei amici. Il mio stato d’animo passava dalla contentezza, quasi euforia se si organizzava qualcosa alla noia totale se poi invece, come capitava, non potevo organizzare nulla. La domenica era una sfida e l’unica cosa che cercavo era fare qualcosa, avere un obiettivo. La domanda che puntale facevo a mio marito era: Che facciamo oggi? Avrei fatto di tutto pur di non affrontare il vuoto del fare. (vedi il mio precedente post LIBERTA’ NEL LAVORO ) Ho impiegato molto tempo per capire perché quel vuoto del fare mi faceva così tanta paura. In realtà lo evitavo perché’ era carico di dolore.  Dal vuoto emergono tutte le nostre istanze profonde, le nostre ferite, da cui ci allontaniamo quando siamo immersi e distratti dal nostro lavoro. Il corri corri quotidiano e’ un ottimo anestetizzante e incredibilmente ci da’ un senso di importanza personale e di valore che ho scoperto essere del tutto illusori. Io ero una donna affermata, guadagnavo molto, avevo il mio studio professionale, dei dipendenti, agli occhi degli altri ero una persona di successo ed io in fondo volevo essere di successo (e chi non vuole?) e avere valore. Quindi ho creduto a quella storia. Ma la verità e’ appunto che e’ una storia e che io non ero felice perché tutto quel fare non era affatto allineato a chi sono io, a cosa voglio realizzare nella vita e a cosa per me è davvero importante. Più ci si allontana da se stessi e più grande è il dolore che si prova, che può emergere solo quando si rallenta e ci si ferma. Il passaggio però è obbligato, può far paura, ma non c’è un’altra strada. Ieri per la prima volta la Domenica e’ stata la mia amica.  Ora che non cerco più di organizzare nulla, che mi accetto così come sono indipendentemente dai miei risultati, ho libertà di potermi lasciar andare. E così ieri sono uscita da sola a godermi una bellissima giornata di sole, senza saper bene cosa fare. Sono stata in una bellissima chiesa al centro di Roma, poi sul lungo tevere e mi sono regalata un pranzo hot pot cinese pagando un conto anche salato (senza avere sensi di colpa). Mi sono amata e rispettata e non avevo bisogno di altro. Sono stata felice. Il mio percorso lavorativo sta apparendo all’orizzonte, ma non sarà né casuale né determinato da altri. Sarà scelto da me, con i miei NO ed i miei SI. E sarà di sicuro successo perché rispetterà me stessa e ciò che amo veramente fare. Il SUCCESSO LAVORATIVO e’ strettamente collegato ALL’AMORE DI SE’. E questo insegnamento non ci viene dato né a scuola né tantomeno al lavoro. Con affetto Valeria PrecedenteSuccessivo AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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STAVOLTA HAI TOPPATO!

STAVOLTA HAI TOPPATI! – Il mio uttimo fallimento – Nei giorni scorsi ho avuto delle discussioni con alcuni miei collaboratori/amici per me importanti. Nonostante pensassi di essere stata chiara evidentemente non era così. Ho sempre avuto la tendenza a progettare, organizzare e fare. Alcuni miei amici mi definiscono una sognatrice concreta. Negli ultimi anni ho capito sulla mia pelle che di questi tempi e con tutte le difficoltà che ci sono, specialmente in Italia, avviare un progetto di business da soli è praticamente impossibile. Quando ho realizzato questa verità  e mi sono aperta, facendo vedere le mie difficoltà,  sono arrivate intorno a me le persone giuste al momento giusto. Trovare un collaboratore, un amico che ti accompagna nella crescita del tuo progetto è una grande ricchezza. E’ il tassello principale di avvio del tuo sogno ed è anche più importante del denaro di cui disponi. L’elemento che sta alla base di questo rapporto è la fiducia reciproca. La fiducia non è qualcosa che si acquisisce velocemente, ci vuole tempo, un percorso lavorativo e tante prove da superare insieme. Vedi il mio precedente post sul tema della FIDUCIA. Accade soprattutto nelle fasi iniziali del rapporto di fraintendersi e non capirsi totalmente. Le aspettative possono essere simili, ma poi divergere. Durante questi anni ho incontrato diverse persone che sono state al mio fianco nel mio percorso professionale e ognuna di loro mi ha insegnato qualcosa. L’insegnamento è arrivato puntale quando sono nate delle difficoltà. Come in un rapporto di coppia, con i collaboratori si litiga, si discute, ci sono lotte di potere e tante paure. Il rapporto ovviamente è meno vincolante ma le dinamiche sono le stesse. Ognuno di loro mostrandomi i miei limiti caratteriali, imprenditoriali e organizzativi mi ha dato una grande opportunità di crescita. Quando c’è un contrasto ci sono solo due possibili strade che possiamo prendere. La prima e la più battuta è cadere nel giudizio, nella critica e nella lamentela. Tutto diventa molto personale. Noi ci sentiamo feriti e offesi, oppure sbagliati ed in colpa. La seconda strada molto meno frequentata è capire che insegnamento la Vita ci dà stando attraverso quel contrasto, quella situazione di difficoltà e quella persona. Se riusciamo ad accettare noi stessi e l’altro, senza volontà di cambiare né noi né l’altro saremo molto più lucidi, distaccati e senza cariche emotive. La Vita ci sta dando una lezione e noi abbiamo una vera opportunità di crescita. Da quell’accettazione molto probabilmente capiremo cosa migliorare in futuro. Potrà essere la comunicazione, l’organizzazione del lavoro, la definizione del compenso, l’attribuzione del ruolo professionale o altro. Forse non potremo recuperare il rapporto con il nostro collaboratore/amico ma noi sicuramente saremo cresciuti. Avendo capito la lezione saremo più pronti per i nostri prossimi passi, saremo più sicuri di cosa fare, saremo cresciuti come persone e come imprenditori. CADERE NON È UN FALLIMENTO. IL FALLIMENTO È RIMANERE LA’ DOVE SI E’ CADUTI – SOCRATE Il fallimento è un Maestro e avere l’umiltà di seguire i suoi insegnamenti è un atto di grande coraggio. Con affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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SAPER DIRE NO

SAPER DIRE NO – Un ottimo modo per recuperare il tuo spazio – In questi giorni ho ricevuto diverse richieste, per attività lavorative sempre più urgenti. Di fatto nel mondo del lavoro ormai tutto è urgente, a qualsiasi livello ed in qualsiasi posto. Almeno in Italia. Ho lavori e corri o rallenti e sei fuori. Siamo così storditi dal corri corri quotidiano che di fatto non abbiamo un obbiettivo chiaro in testa e soprattutto non ci ascoltiamo. Vedi su questo il mio precedente post la FRETTA. Fare tutto di corsa, fare le cose tanto per farle e farle di fretta non dà mai buoni risultati. Anzi al contrario spesso i risultati delle nostre azioni sono superficiali, sbrigative, poco accurate. Noi siamo  in generale distratti, la nostra attenzione non è focalizzata e per raggiungere tutti i risultati attesi continuiamo a sforzarci. Lo sforzo è una costante ed il risultato è che il viaggio della nostra Vita è perso e noi con lui. Questa mattina in particolare di fronte alla richiesta di preparare un bando di Finanza agevolata in tempi record mi sono ascoltata e ho detto NO. La tentazione e’ sempre la stessa: il guadagno, il denaro e…tutte le paure connesse al tema del denaro. Per riuscire a dire NO, bisogna essere coraggiosi perché ci attende la paura. Anzi le molte paure che prendono mille sfaccettature e mille colori. Le paure sono come un varco e credo che questo processo sia inevitabile. Almeno all’inizio quando non si ha ancora sicurezza di sé. Ogni volta che dico un NO agli altri in realtà sto dicendo un SI a me stessa e sento dentro di me che divento più forte, più solida e più ferma. Sono più autentica, mi rispetto. Mi amo in senso più profondo. Dopo che abbiamo detto NO oltre a sentirci più solidi si crea dello SPAZIO. Uno spazio che altrimenti non ci sarebbe stato, uno spazio libero per noi. In quello spazio noi dimostriamo l’amore per noi stessi e possiamo finalmente scegliere di fare ciò che vogliamo e non ciò che dobbiamo perché qualcuno ce lo richiede. Questo percorso è graduale, e come ogni percorso di crescita, si procede a piccoli passi. Si inizia dalle piccole scelte quotidiane ad esempio spegnere le notifiche o non rispondere più alle chat in determinati orari,  fare una passeggiata, regalarsi qualcosa. La nostra vita e’ un insieme continuo di piccole scelte che ci portano dove siamo ora. Sono queste piccole scelte e i nostri piccoli passi che tracciano un percorso. Ecco questo percorso e’ il nostro percorso di Vita e finalmente, quando coraggiosamente diciamo il nostro NO, iniziamo a  sceglierlo noi. Con affetto. Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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LA FRETTA

LA FRETTA – Il mio peggior nemico – “ IL SUCCESSO NON E’ QUALCOSA CHE PUOI OTTENERE DALLA VITA, IL SUCCESSO E’ UN PERCORSO INTERIORE” Wayne Dyer. Ho riletto questa frase tante, tantissime volte e non ho mai capito esattamente cosa significasse ne’ tantomeno cosa implicasse. Solo adesso inizio a coglierne la profondita’. Per iniziare a capire cosa significhi avere successo bisogna anzitutto imparare a fare silenzio. Perche’ tanti e tanti testi sacri parlano del silenzio come una risorsa fondamentale per l’uomo? “Il silenzio e’ la voce di Dio”, e’ citato piu’ volte. “Il silenzio e’ d’oro”, dice un proverbio. Raggiungere il silenzio e’ un traguardo difficile, molto difficile e bisogna essere focalizzati e determinati a volerlo raggiungere. Tutto intorno a noi e’ frastuono e distrazione continua.  Le chat, le email, le notifiche continue… un allarme dietro l’altro. E’ un pozzo senza fine di cose da fare, che più lo svuoti e più si riempie. Questo senso di urgenza continua, che genera un’ansia ed una fretta enorme in realtà e’ un artefatto. E’ una costruzione in cui siamo immersi e in cui ci dimeniamo come pesci che sbattono sul bagnasciuga.  E’ un artificio mentale, che, come un virus contagioso, si attacca da una persona all’altra. L’ansia nei nostri tempi ha raggiunto proporzioni epidemiche. Pochi giorni fa ero in un negozio ed una signora che non poteva uscire dal parcheggio a causa della mia macchina mi urla veramente infastidita: “Signora si sbrighi la sto aspettando da due minuti!” Come se due minuti fossero tanto, tantissimo tempo. Un tempo lunghissimo da non sprecare… Devo fare la spesa! Devo portare la macchina dal meccanico! Sbrigati! Ho una scadenza importante! Questi sono tutti fatti innegabili, ma nella mia vita di tutti i giorni sono imbevuti di un’ansia e di un’urgenza che generano uno stress mostruoso. Cosa accade se esco 10 minuti dopo a fare la spesa o se porto la macchina dal meccanico 1 ora dopo, o addirittura il giorno dopo? Cosa accadrebbe se invece di andare a passo svelto, rallentassi e mi godessi il paesaggio intorno? Forse niente, ma quando ho quel senso di fretta e di ansia dentro di me, diventa di fondamentale importanza correre per riuscire a fare tutto. Come se una forza mi spingesse dall’interno e come se non riuscissi piu’ a fermarmi. Un treno ad alta velocita’ che non sa piu’ bene dove sta andando, basta continuare a correre… In realta’ dietro la fretta e dietro l’ansia si nasconde tanta paura. Paura del fallimento, paura di perdere, paura di non farcela, paura in fondo di morire… Ed anche il silenzio fa paura. Perché nel silenzio, soli con noi stessi potremmo forse avere un barlume di verità, quello che in oriente si chiama ‘satori’ e capire che in fondo non c’è niente di così importante, grave o urgente. Che in fondo neanche noi siamo così importanti, che tutti gli obiettivi che ci diamo sono come una goccia di fronte ad un oceano che si muove secondo le sue correnti e allora potremmo finalmente abbassare la guardia e magari arrenderci e capire veramente che l’unica cosa da ‘fare’ e’ lasciarsi andare e seguire la marea… Potremmo friuscire a rilassarci e allora e solo allora, liberi dalla paura, potremo avere successo, perché saremo fermi nel rispettare noi stessi, le nostre necessità e i ns bisogni profondi. Saremo in grado di ascoltarci e forse di amarci e capiremo una volta per tutte che da soli non possiamo fare nulla e solo stando in armonia con gli altri e con il nostro mondo interiore potremo avere successo. E’ vero il successo e’ un fatto interiore e per arrivarci bisogna iniziare dall’amare noi stessi. Con affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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IL POTERE TRASFORMATIVO DELLA CREATIVITA’

IL POTERE TRASFORMATIVO DELLA CREATIVITA’ – Il mio incontro con Manuela – Chi conosce la mia storia sa che vengo dal mondo freddo, rigido, organizzato e iper-competitivo della Finanza e dell’Amministrazione d’azienda. In questi giorni al mercatino di Artena sto avendo il piacere di conoscere personalmente molti di voi artigiani, hobbisti e creativi e di immergermi in un ambiente completamente diverso: un mondo colorato e accogliente fatto di artigiani, hobbisti e creativi. Qui sto scoprendo il potere trasformativo della creatività, che si esprime attraverso le connessioni umane e l’autenticità delle vostre creazioni fatte a mano. La scorsa settimana ho conosciuto Manuela, una bellissima donna, solare, sorridente e piena di energia che in pochissimi minuti mi ha trasmesso tutto il suo coraggio e la sua voglia di vivere. Manuela è una hobbista e da qualche tempo dipinge i sassi e fa dei lavori di pittura e composizione con i sassi. Anche se non me ne ha parlato apertamente ho capito che Manuela ha una storia difficile alle spalle e che con forza ne è uscita. E’ arrivata piena di scatole pesanti, ma non si è arresa ed ha allestito la sua bellissima cantina. Ci siamo presentate e abbiamo iniziato a chiacchierare. Poi mi ha colpito al cuore con ciò che mi ha detto: ‘ Sai Vale, ho iniziato a dipingere i sassi per gioco, ma adesso non posso farne più a meno perché questa è una Cura per l’Anima’.  Nonostante le difficoltà, ha trovato nella sua arte un modo per esprimersi e superare le sfide della vita. Immergersi nel proprio mondo creativo è una strada fondamentale da percorrere, anche in un contesto dove il globalismo spesso soffoca i nostri bisogni autentici. Noi ci impegniamo a sostenere gli artigiani e i creativi, ci stiamo impegnando per questo, stiamo migliorando il nostro progetto e non molleremo. Il 2025 sarà un anno importante, in cui inizieremo a raccogliere i frutti del nostro lavoro collettivo. Rimaniamo uniti in questo percorso, per il nostro benessere e per costruire insieme un futuro più autentico. Buon Anno Nuovo!! Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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LA VINBRULEISTA

LA VINBRULEISTA – La mia storia con Adonella – La scorsa domenica ad Artena i vicoli si sono riempiti di persone, famigliole con bambini, gruppi di amici, persone anziane tutti in giro su e giù per il Borgo. E tra uno scalino e l’altro spesso si fermavano davanti la nostro Bar per bere del buon vin brulè caldo. L’angolo del vin brulè è stato affollatissimo ed è bastata una piccola insegna luminosa con scritto ‘BAR’ per creare una Magia. L’angolino dove c’era il nostro banchetto per qualche ora e’ diventato il Bar centrale del Paese. Tra padelle e mestoli ed il via vai del Mercatino ammetto che iniziavo ad essere stanca. Il flusso di persone non accennava a diminuire ed improvvisamente è arrivata la mia amica Adonella. Sono stata felicissima di vederla e dopo un abbraccio ed un saluto ho ricominciato a versare il vin brulè. Lei mi ha subito chiesto vedendomi in difficoltà: “Vale vuoi una mano?” ed io in tutta risposta nonostante la stanchezza: “No No non preoccuparti!” Adonella mi è rimasta vicino ed io ho lentamente cominciato a rilassarmi fino a che ho capito che dovevo mollare la presa e farle spazio. Allora le ho ceduto il mestolino (il mio scettro) con il banchetto (il mio trono). Ah la sindrome del controllo! In momenti di tensione e di sovraccarico tendo a volere fare tutto da sola, mi irrigidisco e voglio che tutto sia perfetto (vedi il mio precedente post l’ANSIA ) Neanche me ne rendo conto, ma la tensione diventa anche fisica e il collo con il viso sono le parti più tese. Ieri, nel pieno del marasma,  con tantissime persone e l’ansia  altissima ad un certo punto ho mollato. I miei amici Sacha e Tiziana mi dicono spesso ‘ Vale delega, delega’ io non capisco perché. Mi sembra di farlo ma in realtà anche in questo caso la questione è del tutto interiore. E’ una questione di fiducia negli altri e soprattutto nella Vita. Ieri mi sono lasciata andare al flusso, mi sono fidata di Adonella e non ho più cercato il risultato. È stato veramente liberatorio! Adonella si è divertita parecchio ed ha avviato una stupenda carriera da vinbruleista, il vin brulè è finito rapidamente, tutti erano contenti ed io ho trovato una nuova amica. Forse anche merito della Magia del Natale! Con affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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LA TUA CREATIVITA’ NON E’ IN VENDITA

LA TUA CREATIVITA’ NON E’ IN VENDITA – E neanche tu! – I giorni scorsi ho incontrato la mia amica artigiana Barbara e con lei abbiamo discusso della difficoltà di definire i prezzi ai propri prodotti e di cosa implichi a livello interiore fare un listino. Il valore di sé è un tema molto sentito. È ricorrente soprattutto tra le donne, ne ho già parlato nel mio precedente post IL TUO LISTINO PREZZI, e quando si tratta di fare un lavoro creativo come quello dell’artigiano coniugare passione e guadagno spesso è difficile. Questo nodo non è così evidente fin quando dobbiamo apporre la fatidica etichetta sul nostro prodotto con scritto l’importo. Perché siamo così timorosi di mostrare i nostri prezzi? Che cosa si nasconde dietro la nostra insicurezza? Il tema è centrale ed è quello del valore di sé. C’è un binomio nascosto che emerge con il prezzo ed è: “io valgo se il mio prodotto è valido.” che implica: se il mio prodotto non è ben fatto, non è al top e non è apprezzato io non valgo. Trasferiamo il valore di noi stessi nel prodotto che realizziamo e se siamo alle prime armi ciò ci rende tremendamente insicuri. In alcuni casi potrebbe addirittura bloccarci nel nostro processo di crescita creativo. La creatività di questi tempi è una risorsa preziosissima, perché tutto il mondo del lavoro tende ad uniformarsi sempre di più, ad essere sempre più proceduralizzato e burocratico, guidato da grandissimi gruppi e sistemi preconfezionati. Nel mondo del lavoro ci sono dei binari già segnati e definiti, che noi possiamo percorrere solo seguendoli. Nessun passo al di fuori è più consentito e noi ci incanaliamo su sentieri decisi da altri. Ma la nostra creatività è il nostro sfogo. Dà spazio al nostro mondo interiore che ci spinge a creare e a condividere con gli altri. Ecco questa dimensione naturale si manifesta nei lavori artigianali, piccoli o grandi, purché siano fatti con il cuore e non abbiano come obiettivo il denaro, ma il fare per il gusto di fare. Perché mentre io realizzo la mia creazione sono nel mio spazio sacro che nessuno può disturbare e finalmente mi sento libero. Questo processo creativo così liberatorio viene intaccato quando il perfezionismo mi spinge a vedere e rivedere la mia creazione e non esserne mai soddisfatto, o quando il guadagno diventa il mio obiettivo principale. Se ciò accade sono uscito dal mio flusso creativo autentico e sono entrato nella ricerca del risultato che mi allontana da me stesso o dalla mia realizzazione. La tua creatività non è in vendita perché non hai bisogno dell’approvazione altrui né di ricevere denaro per confermare che tu vali. Crea ciò che ami per il gusto di farlo seguendo la tua passione e passo dopo passo ti avvicinerai te stesso e sarai più libero. Con affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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